Manifesto per una luce a misura di lucciole
(di Andrea Cacaci) – Febbraio 2022
“Ringraziare desidero
perché sono tornate le lucciole (…)”
Sono le parole della poetessa Mariangela Gualtieri recitate da Jovanotti sul palco dell’Ariston all’ultimo Sanremo.
“Darei l’intera Montedison per una lucciola”. Così, invece scriveva Pier Paolo Pasolini in un articolo per il Corriere della Sera nel febbraio del 1975 (*). In quegli anni le lucciole erano davvero una presenza caratteristica nei giardini e anche nei più piccoli fazzoletti di terreno incolto delle nostre città. Mai articolo fu più profetico e premonitore; oggi le lucciole sono quasi completamente sparite dal nostro panorama visivo, di sicuro lo sono negli ambienti urbani. Sopraffatte oltre che “dall’inquinamento dell’aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (*)”, anche dall’inquinamento luminoso. La luce che emanano è il loro richiamo per l’accoppiamento, l’aumento progressivo della luminosità ambientale diffusa ovunque azzera la potenza di questo strumento condannandole all’estinzione. “Mentre in alcune specie animali la bioluminescenza serve ad attrarre le prede o a difendersi dal predatore, nelle lucciole si tratta innanzitutto di una parata sessuale. Le lucciole non si illuminano affatto per illuminare un mondo che vorrebbero vedere meglio (**)…