«Il colore per me è vita. Il colore è un modo di trattare e toccare le nostre emozioni, la nostra psiche e il nostro essere spirituale. Alcuni colori sono forti, altri sono tenui… Ciò che è importa sono la tonalità o la tinta specifica, oppure la saturazione, ma anche come funzionano insieme. Il colore può essere usato bene o male, ma nessuno dovrebbe averne paura. È euforia fenomenologica e spirituale».
Con queste parole, uno dei designer più brillanti e celebri della contemporaneità mette a fuoco la propria visione della materia cromatica. Mentre la nostra osservazione si concentra sulle geometrie fluttuanti che caratterizzano i suoi lavori (prodotti d’arredo, interior, grafica, eccetera), vogliamo esplorare la ricerca cromatica di Karim Rashid attraverso la sua stessa testimonianza. Nel panorama contemporaneo, dove i progettisti puntano sulla neutralità o sull’espressività dei singoli materiali, il designer americano sperimenta tinte originalissime, in una sintesi unica tra organicismo e fantascienza, tra sensorialità primordiale e dimensione digitale.