Appartamento a uso abitativo a Milano

L’ispirazione stilistica che ha guidato il progettista nell’allestimento della propria casa è precisa e riconoscibile: i mitici anni Settanta. Quel linguaggio “psichedelico-spaziale” diviene uno scenario di vita quotidiana, non solo sul versante formale, ma anche come clima culturale. Questa casa è un viaggio stimolante in quell’atmosfera, caratterizzata dalla voglia di sperimentazione.

Questo appartamento di 100 metri quadrati è dominato da colori audaci e insoliti, linee filanti e alcuni selezionati pezzi vintage.

In questo appartamento milanese, situato nella zona della Stazione Centrale, la ricerca formale e cromatica si avverte fin dall’ingresso. Il progetto cromatico è stato sviluppato con l’intento di sottolineare, attraverso campi differenti, la tridimensionalità dello spazio, con particolare attenzione alla zona-giorno.

La prospettiva è conclusa dalla porta del bagno (suddivisa verticalmente in due metà, una bianca e una nera), che si inserisce in una parete anch’essa tinteggiata di due colori, grigio e bianco. Una massa grigio scuro-freddo (con forte personalità, ma comunque luminosa) caratterizza un intero lato del soggiorno. Un’altra porzione di quest’ultimo è invece tinteggiata con idropittura viola, che definisce la zona-tv, crea un nastro prospettico sul soffitto e fa da sfondo alla lampada bianca in vetro di Murano di Carlo Nason.

La stessa tinta è presente in una parte della camera da letto.

La terna cromatica, costituita da codici NCS comunque in netto contrasto, è completata da un bianco opacizzato da una componente azzurra. Questa nuance, scelta per evitare il bianco assoluto, occupa la maggior parte delle superfici verticali.

Questo effetto optical sembra sospeso sul pavimento in resina lucida, evanescente, dalla tonalità grigio-azzurro chiaro.

«Per chi volesse ispirarsi a questo stile, il segreto è far interagire tra loro gli arredi attuali e i pezzi originali anni ’70, che qui sono pochi ma importanti. E poi occorre avere il coraggio di uscire dalle convenzioni cromatiche e del gusto» commenta Sgalippa.